Il vaso di Pandora della balistica subacquea

E l'avventura ebbe inizio ............

 

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Pandora

 

La mitologia greco-romana mi ha sempre affascinato. La nostra cultura, specie quella di noi meridionali italiani ( anche se a me piace più definirmi/ci "centro-mediterranei") è anche figlia di quel mondo andato ormai perduto, ma sempre vivo dentro di noi.

La nostra vita quotidiana è la diretta conseguenza di quel mondo.

Oggi usiamo l'espressione "è stato aperto il vaso di pandora" forse, a volte, dimenticando il mito originario.

Il vaso (Pithos) era un leggendario contenitore regalato da Zeus a Pandora. Esso conteneva tutti i mali del mondo. Zeus lo aveva donato a Pandora in cambio della promessa di non aprirlo mai. Ma, Pandora, che aveva ricevuto da Ermes anche il dono della curiosità, non tardò a contravvenire alla promessa fatta scoperchiando il vaso e liberando tutti i mali del mondo in esso contenuti. Nel richiuderlo, rimase sul fondo del vaso la sola "speranza". Il mondo degli uomini divenne così un posto tetro e desolato fin quando Pandora non lo riaprì facendo fuggire anche la speranza che ridiede vita all'umanità.

Il mito ancestrale è ricco di contenuti socio-antropologici.

Oggi ha però assunto, forse, un significato diverso.

Scoperchiare il vaso di Pandora significa, nell'accezione moderna, pervenire "all'improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare".

Ognuno di noi prima o poi scoperchia il suo piccolo "Vaso di Pandora".

Da quando mi sono avvicinato, a dire la verità in tarda età, al mondo della pescasubacquea e a quello dell'autocostruzione di fucili, mi sono sempre chiesto quali potessero essere le reali prestazioni balistiche dei miei schioppi anche in relazioni a blasonati modelli ti tipo commerciale o non commerciale.

Approfondendo le mie conoscenze in tema, ho scoperto che ben pochi Autori si erano occupati in passato di fornire dati e soprattutto metodologie scientifiche finalizzati allo studio delle prestazione balistiche di un fucile subacqueo.

Le uniche valide fonti di approfondimento rintracciabili in rete erano ( e sono ) quelle relative all'uso di telecamere ad alta velocità (associate a tiri in vasche particolari ed in condizioni particolari), o all'uso di sensori optoelettronici (metodo Brummer) in grado di "leggere" la velocità dell'asta in funzione di marcature effettuate sulla sagola ad essa ancorata.

Entrambe le metologie hanno dei pro e dei contro che in parte ho già affrontato in un altro scritto.

Nel corso degli ultimi anni mi sono spesso trovato ad affrontare discussioni su forum o via email con amici relative all'analisi balistica.

Tali discussioni avevano diversa origine, affrontavano aspetti diversi, si focalizzavano su tipologie differenti di fucili ( dal mono, al doppio elastico, dalLO pnumatico modificato al roller evoluto etc etc) ma pervenivano sempre ad un unico punto comune: ogni analisi veniva inficiata dallo "scettico" di turno ( inteso in senso positivo) che affermava : ma mancano .... i dati scientifici .... ossia i numeri.

E' l'emergere della figura del "negazionista" numerico.

A priori egli poneva, nell'ambito delle discussioni, dei problemi reali e corretti, ma a dire il vero a volte anche strumentali e finalistici, perchè spesso i numeri c'erano ma venivano abilmente "negati" in modo più o meno integrale ( nel senso di integralismo radicale).

Solo pochi hanno saputo cogliere, a mio avviso, il vero contenuto delle tante discussioni fatte.

Ma siamo un pò tutti figli di Pandora e come tali Ermes ci ha fatto dono della "curiosità".

La curiosità. Quel motore nascosto che ci porta ad aprire il "Pithos" non sempre pieno di mali, ma anche di piacevoli sorprese e gratificazioni.

La curiosità mi ha portato a pensare, inizialmente, di usare l'analisi della traccia audio di un tiro su bersaglio per effettuare un'analisi descrittiva-predittiva della balistica.

Tale fase è risultata, oltre che interessantissima, anche valida nei sui principi generali, approdando allo sviluppo di due modelli "descrittivi-predittivi" della balistica subacquea.

Ho usato tale modello per studiare le prestazioni balistiche di alcuni miei fucili, ma mi sono reso conto che per validare i risultati raggiunti dovevo incrociare i dati con un sistema esclusivamente di tipo descrittivo, ossia un sistema rigorosamente scientifico che fornisse valori pienamente validi.

Avevo la possibilità di ripercorrere strade già esplorate da altri prima di me, ossia usare telecamere ad alta velocità o il metodo brummer o percorrere nuove sentieri.

Ho passato quasi una settimana appollaiato sul trespolo del mio tugurio-laboratorio, con sottofondo musicale, a cercare di sviluppare un sistema alternativo di misurazione della velocità di un asta propulsa da un fucile subacqueo.

Diversi tentativi si sono succeduti tra insuccessi e parziali successi.

Alla fine ho deciso di riscoperchiare il vaso di Pandorta in cerca della speranza.

E la mia speranza era mio fratello: un genio per inventiva e prontezza.

Un genio che però sconosce assolutamente la pescasub e ciò che realmente mi serviva.

Ho quindi telefonato a mio fratello, spiegando per grossi capi, ciò che stavo cercando di fare e ciò che avevo realizzato fino a quel momento.

Prima di chiudere la telefonata mi disse che aveva capito il problema e che ci avrebbe pensato un pò su e fatto sapere.

Mi richiamò dopo tre minuti, dicendomi se avevo un pò di materiale in garage.

Risposi di si.

Cominciai a fare le prime prove seguendo "l'input" di mio fratello ed il giorno dopo il vaso di Pandora della balistica era scoperchiato.

Avevo a disposizione un nuovo metodo di misurazione diretta, attendibile, scientifica, rigorosa della velocità dell'asta ( e non solo ).

Per di più ottenuta con campionamenti anche di 5 cm e frequenze di acquisizione fino a quasi 96.000 Hz, ossia valori nettamente migliorati rispetto ai metodi cha avevo avuto fino a quel momento modo di visionare e studiare ( alcuni dei quali prevedono delle medie ogni 25 cm con frequenze di acquisizione di 1000 Hz).

In questa fase non scendo nel dettaglio della metologia e della strumentazione sviluppata.

Presento solo alcuni esempi di grafici ottenuti con tale metodica giusto per rendere l'idea di ciò che il "pithos" balistico potrà offrire d'ora in poi.

Successivamente mi riprometto di presentare dei dati "assoluti" sulla balistica dei miei fucili ed in particolare dei roller in confronto ad altri modelli.

E' da premettere che i dati dei grafici esemplificativi presentati sono ottenuti in particolare condizioni sperimentali ( tiri in aria ) che mi servivavo solo a testare il sistema di misurazione, ma che di per sè hanno già fornito dei dati interessantissimi.

 

graf1

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