IDDU: la potenza assoluta

L'idea, come ebbe a dire il mitico Persiko, può essere definita di tipo "medioevale" e rappresenta una evoluzione di quella che sta alla base di SHARK I, ossia il caricamento invertito.

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In altri termini con Shark I mi ero reso conto che capovolgendo il fucile nella seconda fase del caricamento riuscivo a tirare di più gli elastici dando maggiore potenza.

Ma perchè distruggermi il torace e bruciare ossigeno inutilmente per caricare il fucile, quando già da almeno due millenni qualcuno aveva detto: datemi una leva e vi solleverò il mondo?

Presto detto, presto fatto.

La seconda parte del caricamento invertito ( ossia quella più dispendiosa in termini energetici) doveva macchinizzarsi.

IDDU è figlio di una leva: il verricello.

Ho iniziato così gli schizzi ipotizzando che la seconda parte del caricamento invertito doveva essere fatta con un verricello integrato nel fusto dell'arbalete.

L'IDEA principe era proprio questa semplice applicazione.

Ciò mi avrebbe reso possibili alcuni obiettivi:

  • Caricamento senza sforzo.
  • Possibilità di applicare forze di trazioni superiori a quelle applicate con caricamento al torace.
  • Possibilità di raggiungere fattori di allungamento impensabili nel modo tradizionale per potenza e gittate superiori.

Mi sono però subito reso conto che raggiungendo forze di trazioni superiori allo standard, avrei avuto bisogno di un meccanismo di sgancio non standard, in grado di darmi sicurezza e sensibilità.

Inizialmente avevo ipotizzato un meccanismo del tipo "piano inclinato" per demoltiplicare le forze.

L'ideazione e la realizzazione di un nuovo meccanimo mi ha preso molto tempo. Come base ho usato l'idea del meccanismo che già avevo realizzato per SHARK I, ma ho apportato delle modifiche strutturali, rendendolo ancora più sensibile.

Parallelamente cercavo di risolvere il problema dell'integrazione del sistema di leve nel fusto dell'arbalete.

Il risultato che vedete è il frutto di evoluzioni continue. Esteticamente non si presenta bene (parecchio acciaio esterno e "bozzi") perchè inizialmente avevo pensato ad un sistema molto più ricco di legno.

Fin dalle prime prove mi sono reso conto, però, che il fusto sarebbe stato sottoposto a notevoli forze di trazione e che il sistema di caricamento a leva doveva essere rinforzato. Ecco il motivo di tutti quei bulloni e piastre inox ( anche inglobate nel fusto) che si sono aggiunti in corso d'opera e che esteticamente non sono belli, ma danno la necessaria solidità strutturale al fucile.

Veniamo però al fucile.

Lamellare misto iroko/mogano. Due listelli di mogano internamente e due listelli di iroko esternamente. Corrisponde ad un 86 classico ( Foro / II tacca ), ma il solo fatto di averci montato il meccanismo di sgancio alla "Goldrake/Bazooka" lo porta direttamente a 95. Larghezza massima fusto 65 mm, minima in testata 28 mm.

La filosofia è quella roller, ma il fucile è pensato per funzionare in almeno quattro modi diversi. Il meccanismo di sgancio associato al sistema di caricamento a leva integrato nel fusto consente infatti diverse configurazioni.

ROLLER CLASSICO

Innanzitutto c'e' da chiarire il sistema di ancoraggio degli elastici nella parte inferiore del fusto del fucile: essi sono vincolati tramite un dynema 3 mm al cilindro di rotazione del verricello che viene azionato tramite l'apposita leva con testa esagonale.

Ciò consente, avvolgendo una certa quantità di dynema intorno al cilindro, di spostare in modo millimetrico il punto di ancoraggio degli elastici variando i fattori di allungamento degli stessi senza essere costretti ad accorciarli o ad allungarli.

In questa configurazione potremmo considerare IDDU come un roller con variatore di potenza prestabilita: si decide il fattore di allungamento degli elastici e si carica il fucile con appoggio al petto tradizionale. In pratica è come avere una miriade di fucili a potenze diverse nella stessa arma: si può sparare in tana come al libero.

 

ROLLER CLASSICO con caricamento invertito e booster di potenza col sistema a leva.

In questo seconda configurazione il fucile viene prearmato col minimo fattore di allungamento degli elastici ottenuto srotolando tutto il dynema.

Si effettua il precaricamento con appoggio sternale. Tale operazione risulterà estrememente semplice poichè gli elastici saranno tesi a bassi fattori di allungamento.

Successivamente si capovolge il fucile e si stirano gli elastici ruotando l'apposita manovella. Lo stiramento degli elastici risulterà privo di sforzo, poichè demoltiplicato dalle leve integrati nel fusto. Ho fatto un primo calcolo teorico secondo il quale riesco a stirare gli elastici fino a 100 Kg con uno sforzo massimo di 15 Kg.

E' questa la vera novità di IDDU: il lato chiaro della forza (un roller supercaricato senza nessuno sforzo).

 

SEMI ROLLER

Altra novità ( forse la più originale ) perchè integra diverse possibilità.

Questa configurazione si realizza utilizzando una normale coppia di elastici ognuno dei quali è vincolato ad un filo di Dynema che ruota intorno alle carrucole e si collega al dynema che va al cilindro di rotazione.

Si realizza un precaricamento al petto senza nessuno sforzo ( gli elastici possono anche non essere tesi per niente ma semplicemente messi in posizione sul meccanismo di sgancio) e poi si capovolge il fucile stirando gli elastici col solo ausilio del sistema a leva.

Ciò consente di stirare la singola coppia fino a fattori impensabili normalmente ( io mi sono fermato a 4,5 ).

Immaginate la potenza che si può immagazzinare utilizzando degli ipotetici elastici da 25 o addirittura una coppia di elastici.

Io con una sola coppia di power 18 tirati a 4,5 ho avuto letteralmente paura.

Logicamente ho effettuato il caricamento senz'asta per motivi di sicurezza personale.

La cosa che più mi è piaciuta è stata la sensibilità del grilletto, nonostante le elevate potenze.

Da seganalare la rettilineità della coppia di elastici rispetto al fusto (minime dispersioni energetiche) grazie al passaggio del dynema sulle puleggie roller.

 

CIRCOLARE CLASSICO CON TESTATA TIPO "Audace".

La conformazione della testata con l'incavo inferiore consente di montare un normale circolare che passando sulle puleggie roller, può trasformare il fucile in un arbalete con circolare di concezione "Audace" come definita dal suo ideatore ossia l'arbageppetto per antonomasia: Persiko di "arbalegno.com". I fori verticali sono rappresentato dallo spazio presente davanti alle pulegge del roller.

Ci sarebbe molto da aggiungere, ma un paio di cose le devo dire:

  • La leva laterale nera che si vede di fianco al fucile comanda un sistema che consente di bloccare e sbloccare il verricello integrato nel fusto
  • L'asta ha dimensioni ridotte rispetto ai fucili di pari lunghezza (ciò per limitare il rinculo)
  • Il sistema di sgancio possiede un semplice ma efficace sistema di regolazione della corsa del grilletto ( la vite presente nell'impugnatura)
  • La massa è proporzionata all'uso per cui è stato concepito il fucile

Spero solo che dopo avervi annoiato, vi abbai almeno incuriosito.

Scusatemi per la qualità delle foto.

 

 

Il sistema di caricamento a leva è costituito da:

•Un cilindro (Tavola 5, Fig 9, n° 1) dotato, ad un'estremità, di una ruota dentata e all'altra estremità da una testa a sezione esagonale. Al cilindro viene fissato, tramite foro passante,  il cavo che, connesso agli elastici, consente di effettuarne la trazione. Il cavo viene avvolto attorno al cilindro tramite l'utilizzo di un cricchetto eversibile ( o una manovella) che si inserisce  nell'apposita testa esagonale del cilindro

•Una molla a compressione (Tavola 5, Fig 9, n° 2) vincolata ad una leva di trascinamento (Tavola 5, Fig 9, n° 3).

•Un elemento di blocco (Tavola 5, Fig 9, n° 4)

•Un cilindro (Tavola 5, Fig 9, n° 5) che ruota intorno al suo perno(Tavola 5, Fig 9, n° 6) e la cui funzione è quella di far scorrere il cavo allineandolo alla faccia inferiore del fusto.

•Due cilindri cavi (Tavola 5, Fig 9, n° 7), all'interno dei quali ruota il cilindro su cui si avvolge il cavo e la cui duplice funzione è quella di delimitare lo spazio entro cui si avvolge il cavo fungendo al contempo da riduttori di attrito.

•Tre (o più) perni di fissaggio del sistema al fusto dell'arbalete (Tavola 5, Fig 9, n° 8)

•Una piastra di copertura del sistema (Tavola 5, Fig 9, n° 9).

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FUNZIONAMENTO

•L'avvolgimento progressivo del cavo attorno al cilindro determina un corrispondente stiramento degli elastici con conseguente immagazzinamento di energia nel sistema.

•Tale energia immagazzinata negli elastici tende logicamente a far ruotare il cilindro in direzione opposta al senso di avvolgimento. Ciò è però impedito dalla presenza dell'elemento di blocco che sotto la spinta della molla a compressione si posiziona in corrispondenza delle tacche della testa dentata del cilindro realizzando il blocco del cilindro nel senso dello svolgimento(Tavola 8, Fig 15).

•La rotazione del cilindro nel senso dell'avvolgimento (effettuato con l'ausilio del cricchetto)  è invece possibile grazie al sollevamento del pezzo di blocco che ruota intorno al suo perno comprimendo la molla e riposizionandosi rapidamente, ogni 1/6 di rotazione, nel dente successivo (Tavola 8, Fig 16).

•Dopo aver caricato il fucile avvolgendo il cavo fino alla posizione voluta, il fucile è pronto per lo sparo.

•La pressione sul grilletto determinerà la partenza del colpo scaricando il fucile. L'asta viene proiettata in avanti, liberando l'ogiva. Il fucile dovrà però essere riportato nelle condizioni iniziali per poter procedere al successivo caricamento. A tal fine si rende necessario svolgere il cavo rimasto avvolto attorno al cilindro del meccanismo. Per realizzare ciò è necessario sbloccare dapprima il sistema, spostando la molla a compressione anteriormente al punto di rotazione dell'elemento di blocco. Tale operazione si realizza agendo con una trazione  in senso postero-anteriore sulla leva a cui è vincolata la molla. Appena la molla supererà il punto di rotazione dell'elemento di blocco ( vale a dire il suo perno ) determinerà una rotazione dello stesso (Tavola 8, Fig 17). In tal modo sarà possibile svolgere il cavo tramite una trazione diretta sullo stesso effettuata con le mani o agendo con l'ausilio del cricchetto reversibile usato in direzione opposta rispetto al caricamento. Dopo aver svolto il cavo si riposiziona la molla nella sua posizione iniziale facendo scorrere in senso antero-posteriore la leva che la sostiene.

•A questo punto il sistema è pronto per il successivo caricamento

 

TAVOLE:

 

 

Video prime prove di IDDU 

 

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