Due cappotti e l'aluzzo acerbo - 22 maggio 2006

Iniziamo da tre giorni fà: pomeriggio devo lavorare, ma di mattina ho il tempo per fare una puntatina a mare per due orette di pesca.

Dopo rapida trasformazione "in essere mutizzato ed arbaletato di roller", mi immergo da riva verso la mia secchetta preferita.

Read MoreGiunto sul posto inizio qualche piccolo aspetto giusto per rompere il fiato ed effettuare una prima analisi di quello che gira. A dire il vero non vedo granchè, tranne qualche saraghetto fuori tana da mezzaporzione. Decido di provare un tiro lungo verso uno di questi saraghetti giusto per affinare la mira col roller con cui mi sento in sintonia ( il giorno prima avevo preso due cefali cecchinandoli da distanza che col 90 non mi sogno nemmeno). Effettuo un'aspetto su un fondale di 3 metri puntando un sarago. Improvvisamente, dal limite della visibilità di circa 10 metri, vedo spuntare un'ombra che mi punta di muso. La prima impressione è che si tratti di una ricciola così mi preparo mentalmente al momento in cui si sarebbe messa di lato per avere una migliore sagoma per spararla. Risultato: ho perso il momento migliore per spararla perchè quando ho realizzato che si trattava di una spigola (quando cioè si è messa di lato), ha invertito rapidamente la rotta consentendomi solo un disperato tiro quando era di coda e quasi fuori portata. Sono riemerso a faccia in su ed ad occhi chiusi: una cazzata del genere si paga per un bel pò in termini di concentrazione. In ogni caso ho cercato di fare poco rumore nella speranza di rivederla. Effettuo altri due aspetti, ma ... niente. Decido allora di fare un bel giro largo tornando sul posto in favore di corrente, proprio perchè essendo particolarmente intensa da sembrare un fiume, mi sono reso conto che per rimanere in zona facevo molto rumore con le pinne. Mi porto sotto costa dove la corrente è meno intensa e pinneggio risalendo oltre il punto dell'incontro con la spigola. Comincio la mia opera di avvicinamento verso la zona prestabilita su un fondale che degrada dolcemente dal metro fino ai tre metri. Arrivato nei pressi del posto prefissato avvisto uno scoglio quasi affiorante e oltre .... la spigola ferma col muso in corrente e l'occhio rivolto verso di me. Penso che mi abbia visto, ma devo tentare qualcosa. Provo un agguato alla base dello scoglio. Capovolta silenziosa, punto lo scoglio con la mano sinistra in cerca di un appiglio poichè poco zavorrato per quel fondale, senza perderla di vista. La manovra sembra riuscire perchè vedo la spigola che comincia ad avanzare verso di me lentamente. Afferro con la mano libera lo scoglio ed aspetto. La spigola si porta a tiro, questa volta di lato, penso perchè mi aveva già avvistato nella manovra. Con calma punto dietro l'opercolo e sparo proprio nel momento in cui un'onda di risacca mi gira quasi di lato facendomi perdere l'appiglio con la mano sinistra: vedo l'asta sfiorare il pancione del pesce e fermarsi due metri dietro di lei. E alla tragedia si aggiunge la beffa: la spigola non fugge, ma inizia una lenta passeggiata intorno all'asta. Non conosco il linguaggio dei pesci, ma sono sicuro che la spigola mi stesse dicendo: sei un cogli@n@. La concetrazione ormai è scomparsa e la rimanente ora di pesca si trasforma semplicemente in un continuo ripensare a dove avevo sbagliato specie nel secondo tiro effettuato da meno di due metri di distanza. Fine del primo CAPPOTTO.

l giorno successsivo, lavoro di nuovo di pomeriggio e decido di giocare la rivincita. Stesso orario, stesso posto, stessa tecnica. Questa volta nulla. Pesce davvero poco. I soliti saraghetti da mezza porzione, quelli che in genere non prendo nemeno per evitare il cappotto. In ogni caso penso che sarei andato più felice a lavoro con un arrosto di due saraghetti e allora decido di fare uno strappo alla mia regola e portarne due a casa. D'altra parte il tempo è poco. In ogni caso non mi piace prenderli in tana, preferisco l'aspetto e l'agguato. Mi immergo su un fondale di sei metri ( e si .... le mie quote sono sempre impegnative) ed aspetto il saraghetto puntandolo di muso. Il sarago inizia la sua danza di avvicinamento, ma a metà strada diventa un balletto perchè fà 20 centimetri aventi e 50 indietro. Un pensiero mi illumina: c'e' qualcun'altro nei dintorni !!! Ruoto lentamente la testa sulla mia sinistra e SORPRESA: a meno di un metro dalla mia testa c'e' quella di un aluzzo ( barracuda ), immobile, stimato sui due KG che mi guarda con occhio attento. Il problema è che ho il fucile in tutt'altra direzione. Ruoto nel modo più silenzioso possibile il polso cercando di allineralo al pesce, ma nel momento in cui ci sono quasi riuscito, con una rapida scodata l'aluzzo mi saluta sparendo nel blu. Per farla breve SECONDO CAPPOTTO.

Ieri, nonostante fossi molto stanco per due giornate di lavoro andate veramente male, ho deciso di andare a mare lo stesso. Certo senza esagerare perchè stanchezza e pescasub sono due parole che non vanno molto d'accordo. In ogni caso ho deciso di andarci perchè la giornata è proprio estiva, il mare è una tavola ed io ho una partita aperta con signorina Spigola ed il signor Aluzzo. Testardamente stesso posto, stavolta orario diverso: al calasole. Arrivato sul posto subito mi rincuoro: parecchia mangianza, boghe, piccole mormore, occhiatine. Che sia la giornata giusta ? Al primo aspetto un sarago di qualche etto finisce cecchinato al centro. Uno a zero e palla al centro. Oggi è un altro giorno. Nonostante la stanchezza il fiato c'e', ma non voglio esagerare ... troppa confidenza col mare non è mai buona, anche quando mi sento al 100 %. Decido di non tirare le apnee e di stare al massimo nei quattro metri: stile passeggiata, ma tanto la presenza di pesce ( anche se non grosso) mi consente di divertirmi. Comincio a rilassarmi, lasciandomi alle spalle un pò di stress. Un respiro profondo e giù lentamente. Alzo lo sguardo e la rivedo: stavolta riesco a pesarla con gli occhi 3.800 g. La spigola è ancora lì a circa 10 metri da me, immobile al limite della visibilità. Decido di provare un agguato, ma al primo movimento della mano scompare nel blu. Non insisto oltre ( almeno per oggi) poichè parte già avvantaggiata a causa della mia stanchezza. Oggi non è giornata per le sfide, ma solo di divertimento. Non mi arrabbio neanche, anzi sono pure contento di averla rivista ( ammesso che sia lei ) perchè vi saranno altre occasioni. Cambio rotta per non infastidirla oltre e proseguo le mie azioni. Altro aspetto sui tre metri e un nuvolo di aluzzi da due tre etti mi circonda. Ne scelgo uno dei più grossi, lo miro da due metri di distanza e lo insagolo nel punto mirato. Il cecchino del roller che è in me è tornato. Passano tre cefali di medie dimensioni, ma per oggi non li sparo nemmeno. D'altra parte ho già l'arrosto per stasera ( il pesce congelato non mi piace ) e decido di proseguire a pescare solo per divertimento cercando prede più "sostenziose". Vedo sotto di me un tordo e mi immergo su di lui non con l'intenzione di spararlo, ma con l'intenzione di osservarlo da vicino, ma sempre concentrato. Mi apposto sul fondo, non ho nemmeno il tempo di nascondermi per benino tra la poseidonia, che un missile compare dritto davanti a me di muso: E' l'aluzzo più grosso che abbia mai visto, almeno 5 kg. Ha la testa quanto il sarago che ho in cintura. Arriva a velocità supersonica davanti a me e si ferma a 2 metri puntandomi di muso. Allineo il fucile, con la mente penso già al momento in cui si tirerà la sagola dal mulinello. Sparo e lo padello clamorosamente. Non chiedetemi come ho fatto a non prenderlo. So solo che è successo, ma dopo quello che mi era accaduto nei gioni precedenti penso che ci sia del soprannaturale ( vedi IETTATURA ) che mi perseguita in questo periodo.

Inutile dire che avrei voluto distruggere il fucile su qualche scoglio o bruciarlo sulla spiaggia in una sorta di rito pagano propiziatorio. In tre giorni avrei potuto prendere oltre 10 Kg di pesce e me ne sto tornando a casa solo con un'aluzzo di pochi etti.

E si ... perchè per completare l'opera di sfortuna, ho perso il sarago che si è sfilato dalla cintura portapesci mentre tornavo a casa.

E non mi consola nenche fare come la volpe davanti l'uva acerba: pensare che non fa nulla, tanto l'aluzzo non mi piace.

E' vero l'aluzzo non è il mio pesce preferito, ma questa è proprio sfortuna.